Claudia Cichetti intervista Roberto Ellero, esperto in Rich Media/Multimedia Accessibility - W3C WCAG WG Member per IWA/HWG Filmato per TelepaCOM, giugno 2006 Trascrizione dei dialoghi Claudia Cichetti: Perche' rendere accessibile un sito Web? Roberto Ellero: La necessita' risiede in quel nesso che da sempre lega l'accessibilita' del Web alla comunicazione intesa come trasparenza. Il Web non e' soltanto una base di dati, e' anche uno spazio sociale di condivisione e discussione: il diritto di accesso si lega alla crescita sociale delle persone. L'articolo 3 della Costituzione pone come finalita' il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione di tutti alla vita sociale. Tutti i cittadini, senza esclusioni, hanno diritto a essere informati e a partecipare alla vita istituzionale, non solo nella fruizione di testi e di immagini, ma anche di filmati, di applicazioni come la posta elettronica, i servizi postali e bancari, di piattaforme di formazione a distanza e di sistemi per l'accesso all'impiego. In particolare le discriminazioni nell'accesso alla formazione e al mondo del lavoro costituiscono oggetto di tutela giurisdizionale, ai sensi della legge 67 del 2006, che rafforza il decreto legislativo 216 del 2003. Non si tratta poi tanto di "rendere" accessibile un sito quanto di progettarlo e di svilupparlo con l'accessibilita' in mente: l'accessibilita' non e' una sostanza che "per accidens" si giustappone a un'interfaccia, e' coessenziale al Web fin dalle sue origini. In ogni caso le linee guida internazionali per l'accessibilita' dei contenuti del Web, le WCAG 1.0 del progetto WAI del W3C, risalgono al secolo scorso. In italia la circolare AIPA, del 2001, proponeva un impianto di regole, derivate dalle WCAG, molto simile alle attuali regole tecniche della legge 4/2004. Claudia Cichetti: La legge Stanca e' una legge senza sanzioni, quindi quante saranno le Amministrazioni che decideranno di adeguare i propri siti? Roberto Ellero: In realta' la legge 4/2004 ha un regime sanzionatorio, e premiante. Chi si occupa da tempo di accessibilita' del Web sa che una legge era necessaria per fare passare le barriere digitali da una dimensione di inesistenza perfino verbale alla presenza come problema reale e obbligo, non solo etico, ma di legge. Non a caso la legge 4/2004, a differenza della 150 del 2000, nell'articolo 9, prevede sanzioni per il mancato rispetto delle sue disposizioni. Ricordiamo poi che il comma 2 dell'articolo 4 recita: "I soggetti di cui all'articolo 3, comma 1, non possono stipulare, a pena di nullita', contratti per la realizzazione e la modifica di siti INTERNET quando non e' previsto che essi rispettino i requisiti di accessibilita' stabiliti dal decreto di cui all'articolo 11." Trascorso ormai un anno dall'entrata in vigore del decreto di attuazione, con le regole tecniche che definiscono il livello minimo obbligatorio di conformita' per i siti della PA, l'attuazione della legge e' ancora lontana, tuttavia si sono messi in moto dei meccanismi virtuosi di interesse ormai diffuso che porteranno col tempo sicuramente a una modalita' piu' consapevole di gestione dell'informazione online e a un piu' alto livello di qualita' dei siti pubblici. Al di la' dell'obbligo, fra l'altro ribadito dall'articolo 53 del codice dell'amministrazione digitale, e' proprio questo aspetto di crescita delle competenze e delle sensibilita', a tutti i livelli e per tutte le figure coinvolte, l'occasione che l'accessibilita' rappresenta per aprire il varco a una comunicazione realmente "bidirezionale", come si dice, fra amministrazione e cittadini. Claudia Cichetti: Quanto costa rendere accessibile il proprio sito? Roberto Ellero: Il costo e' un risultato che dipende da molti fattori, e deve essere visto anche in una prospettiva temporale. Un sito accessibile e' un sito che ha una durevolezza maggiore per la qualita' delle tecnologie applicate, ha minori costi di gestione, minore consumo di banda, maggiore riscontro nella soddisfazione dell'utenza, e' quindi un investimento e una opportunita' di formazione per il personale interno. Occorre distinguere fra siti esistenti da sistemare e siti nuovi da progettare con una logica di accessibilita', pensando ogni dettaglio adattabile a qualsiasi situazione, configurazione utente, periferica. E' quell'occhio accessibile che ci fa vedere il mondo con modalita' percettive diverse, calandoci nei panni di chi non sente, non vede, ha difficolta' di comprensione, ha limitazioni sensoriali o di configurazione. Rappresenta il punto di arrivo del cambio culturale che l'attuazione della legge promuove. Claudia Cichetti: Quali sono le competenze e le figure professionali che un'Amministrazione deve avere per rendere accessibile il proprio sito? Roberto Ellero: L'accessibilita' dev'essere nella mente di tutte le figure professionali coinvolte nella pubblicazione di contenuti su Web, e fra le diverse figure deve esserci dialogo. La pubblicazione di questo filmato si e' resa possibile grazie a un dialogo con i tecnici che hanno recepito le mie indicazioni per le caratteristiche accessibili come l'interoperabilita' e la sottotitolazione per non udenti, che e' di semplice realizzazione da parte dei redattori, ed e' di grande utilita' anche per chi non puo' ascoltare l'audio sul posto di lavoro, ed e' richiesta da diversi anni, dalla circolare Funzione Pubblica numero 3 del 2001. La sottotitolazione e l'audiodescrizione per non vedenti sono richieste anche dal requisito 18 dell'allegato A del decreto attuativo della legge 4/2004. Il testo e' disponibile nel sito www.pubbliaccesso.it. Faccio formazione per IWA [www.iwa.it] e per il CNIPA, i corsi erogati hanno coinvolto tecnici e redattori della PA e delle aziende, su temi come i linguaggi di marcatura, la multimedialita', la comunicazione, la normativa, la valutazione dell'accessibilita'. IWA, la cui formazione e' in riconoscimento da parte del CENORM, ha definito un percorso formativo di base, l'IEAS (Iwa European Accessibility Syllabus), per formare in Italia e in tutt'Europa una nuova generazione di sviluppatori in grado di creare siti ed applicazioni accessibili, nel pieno rispetto delle normative internazionali e delle legislazioni locali. Si e' poi voluto definire, con le WAS [Web Accessibility Specialist], un set di linee guida per la formazione del professionista dell'accessibilita' del Web, nell'ambito del progetto di definizione dei requisiti delle figure professionali a cura di IWA/HWG, recependo le indicazioni internazionali definite dal W3C nel progetto WAI - Education and Outreach. rellero@webaccessibile.org